Quando: il 01/12/2018 dalle 21:00 alle 23:30
Dove: Teatro Cagnoni
Contatto: teatro cagnoni - 0381 82242 - cagnoni@comune.vigevano.pv.it
Sabato 1 Dicembre 2018
Ore 21,00
Teatro Stabile di Bolzano
presenta
testo Leo Muscato e Laura Perini
musiche originali Paolo Fresu
Regia Leo Muscato
con Paolo Fresu, tromba
Dino Rubino, piano
Marco Bardoscia, contrabbasso
Alessandro Averone, Rufin Dho
e altri 5 attori/attrici.
Un jazz club.
L’assolo straziante di un trombettista fa esplodere applausi e schiamazzi che ben presto si trasformano in qualcosa che assomiglia a un ricordo, o a un sogno. Appare un uomo con la testa riversa sul bancone del bar: è Chet Baker, uno dei miti musicali più controversi e discussi del Novecento, il grido più struggente del ventesimo secolo.
Si sveglia, si guarda attorno: sembra cercare qualcosa, o solo accertarsi che il vuoto sia tutto lì, rassicurante e definitivo.
Canta: la sua voce ha un’intensità dolorosa, spezzata da pause incomprensibili.
E in quelle pause affiorano ricordi dal suo passato, si infilano persone con cui ha avuto a che fare nel corso della vita. Hanno tutti qualcosa da recriminare, da suggerire, da ricordargli. Ci sono i genitori, i suoi figli, i suoi amici musicisti, i suoi rivali musicisti, le donne della sua vita, i detrattori, i pusher, i critici musicali, i fans.
In un’altalena di passato e presente, affiorano fatti ed episodi disseminati lungo l’arco della sua esistenza da quando bambino suo padre gli regalò la prima tromba, fino al momento prima di volare giù dalla finestra di un albergo di Amsterdam.
Ogni apparizione apre il sipario su una fase della sua vita, facendo emergere anche il sapore di epoche diverse, di differenti contesti socioculturali, e diverse visioni del mondo.
Si delinea la figura del grande trombettista, che fra sogni, incertezze, eccessi ha segnato una delle pagine più importanti della storia della musica.
Se nella sua vita come “Chet Baker” ogni cosa sembra essere andata in fumo o disciolta in vena, la musica è sempre rimasta come un’impronta tangibile di un universo poetico inesauribile.
È proprio la sua musica a interpretare il desiderio di Chet di non volerne più sapere di tutte quelle rivendicazioni, e a fornire la possibilità di un altro punto di vista, di un’altra versione dei fatti: “La versione di Chet”.
Leo Muscato
Se la sua vita e la sua morte sono ancora oggi avvolte dal mistero, la sua musica era straordinariamente limpida, logica e trasparente. Forse una delle più razionali e architettonicamente perfette della storia del jazz.
Analizzando tutti i suoi assolo è raro trovarvi una nota fuori posto.
L’impressione è di essere davanti a una struttura ideata con estrema chiarezza, dove ogni suono si incastra in un ricco mosaico assemblato in forme perfette e con tasselli dai colori sgargianti che bene si amalgamano tra loro.
Ci si chiede dunque come mai la complessità dell’uomo e il suo apparente disordine (conflittuale?) abbiano potuto esprimersi in musica attraverso un rigore formale così logico e preciso.
Lungi da noi il volere dare risposte.
Paolo Fresu
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